"Mio marito mi ha tradito, io vorrei separarmi, ma lui mi propone di vivere da separati in casa. Posso farmi una mia vita? Che rischi corro?»

Cara Cliente, 
la sua è una condizione molto comune. In Italia, ci sono tantissime coppie separate “invisibili”: anche se non ci sono statistiche certe, si stima che una coppia su cinque sia separata tra le mura domestiche. I motivi sono tanti: problemi economici legati ai costi della separazione, ragioni di immagine, situazioni di comodo e di opportunità. Molti coniugi dicono di voler restare insieme per i figli, ma spesso i figli sono un alibi per non assumersi la responsabilità di una scelta dolorosa e faticosa. In altri casi, c’è l’autentica paura di perdere i figli con la separazione o di subire le ritorsioni del partner che non vuole interrompere la convivenza.
In ogni caso, i coniugi che decidono di vivere da separati in casa stabiliscono di non stare più insieme, cioè concordano di comportarsi come se tra loro non vi fosse più alcun legame né giuridico né sentimentale, ma scelgono di continuare la coabitazione e di non formalizzare la separazione sul piano legale.
La prima cosa da chiarire è che la legge non disciplina questa dimensione coniugale: cioè, la scelta di vivere da separati in casa non ha alcun effetto legale e non fa decorrere il termine per proporre il divorzio (che è di sei mesi, in caso di separazione consensuale, o di un anno, in caso di separazione giudiziale).
I coniugi che vivono da separati in casa sotto lo stesso tetto hanno, infatti, tutti i diritti e i doveri derivanti dal matrimonio: il dovere di fedeltà, di coabitazione, di collaborazione, di contribuzione ai bisogni della famiglia e di assistenza morale e materiale nei confronti del coniuge e dei figli.
Ciò implica che suo marito deve continuare a farsi carico dei costi di casa e della famiglia secondo il vostro stile di vita, così come ha sempre fatto in passato.
Per quanto riguarda il tradimento, molte sentenze, in situazioni come la sua, hanno escluso l’addebito della separazione, poiché hanno riconosciuto che l’infedeltà era stata determinata da una frattura preesistente, ammessa da entrambe le parti; dunque, non era la causa della separazione, bensì l’effetto di una crisi già da tempo in atto.
Tuttavia, le suggerisco di stare molto attenta prima di intraprendere una nuova relazione affettiva con un altro uomo, in quanto, soprattutto se il vostro stato di separazione non è così evidente e riconoscibile anche all’esterno, suo marito potrebbe, in futuro, chiedere la separazione giudiziale e domandare l’addebito a lei, negando che il vostro legame si fosse ormai dissolto.
In tal caso, dovrebbe essere lei a dimostrare in giudizio che tra voi era venuta meno da tempo ogni intimità e affettività, prova molto difficile da dare, soprattutto se, per esempio, continuate ad apparire insieme nelle occasioni istituzionali e sociali. Anche la circostanza per cui dormite in stanze separate non è decisiva, perché molte coppie non condividono il talamo nuziale pur avendo una normale vita matrimoniale.
Ci sono persino coppie felicemente sposate che non convivono: vivono in case diverse per rispettare gli spazi dei figli avuti dai precedenti matrimoni e dormono insieme solo quattro volte alla settimana.
Credo, quindi, che la proposta di suo marito sarebbe molto rischiosa per lei, perché, ove le fosse addebitata la responsabilità della separazione, lei perderebbe il diritto al mantenimento, pur essendo priva di redditi e di risorse.
Le consiglio, pertanto, di mettere le cose in chiaro: se proprio non vuole separarsi legalmente, quanto meno dovrebbe pretendere la sottoscrizione di un documento in cui entrambi dichiarate che continuate a condividere la stessa casa, pur essendo venuta meno l’unione coniugale. In questo “accordo di separazione di fatto” potreste anche definire le modalità di gestione dei figli e delle spese di casa. Certamente, non sarebbe un patto vincolante per il giudice in un futuro giudizio di separazione, ma almeno lei avrebbe un elemento di prova.
Nell’assumere questa importante decisione, però, pensi anche ai costi psicologici che potrebbe comportare e alla sua qualità di vita: se la sente di accettare tutte queste limitazioni e incertezze per il suo futuro? Io non ci riuscirei mai, cara Cliente, ma ogni coppia ha i suoi equilibri. “Basta che funzioni”.