Essere traditi è una pugnalata che lascia. In capo a chi le corna le subisce, una lacerazione che, spesso, si conserva a lungo e addirittura alcuni non superano mai.
Il più famoso tradimento della storia vide come protagonista Elena, moglie di Melenao, rapita da Paride e ciò scatenò una guerra senza confini ma ancora oggi uomini e donne reagiscono in modo battagliero.
Difficilmente le ferite del tradimento si cicatrizzano, almeno in breve periodo, non sono pochi coloro che ricorrono al rimedio dell’addebito, chiedendo al giudice della separazione di dichiarare, nero su bianco, che il coniuge adultero sia il responsabile della fine del matrimonio. In tal modo i traditi traggono un momento di ‘gloria’ nel leggere che “in nome del popolo italiano” il traditore sia risultato “colpevole”.
L’addebito era un tempo l’unica possibilità di ottenere giustizia anche s ei Giudici hanno relegato questa possibilità in termini sempre più marginali, attenuandone l’importanza e spesso ritenendo inaccoglibile la richiesta per motivi più o meno condivisibili. Ma questo è. La giurisprudenza dei tribunali però ha dato un altro strumento al coniuge tradito ovvero l’azione di risarcimento dei danni c.d. endo-familiari, laddove si riesca a dimostrare che il comportamento dell’altro in violazione dei doveri coniugali (tra cui la fedeltà) abbia determinato un danno concreto ai diritti personalissimi dell’individuo come la salute, la dignità personale o l’onore.
Sul punto una recente ordinanza della Corte di Cassazione afferma un principio importante: legittimo chiedere il risarcimento dei danni per chi abbia subito un tradimento nel corso del matrimonio ma a due condizioni. La prima è che il danno venga dimostrato e superi la soglia di tollerabilità e la seconda è che il danno sia diretta conseguenza dell’adulterio e non già del fallimento matrimoniale, cosa di difficile prova.
Si può prevedere che i traditi si procureranno relazioni medico – legali dove verrà specificato che il Signor tal dei tali è depresso non per la fine del matrimonio ma solo perché cornificato. Una prova diabolica di difficile ricostruzione.. è proprio il caso di dire.. cornuti e mazziati.