Spiare il partner: quando la curiosità diventa reato?

Il caso Sangiuliano-Boccia ha riacceso il dibattito sulla delicata questione della violazione della privacy nei rapporti di coppia. La vicenda ha destato scalpore quando la Signora Boccia ha iniziato a pubblicare sui social network informazioni riservate e video ottenuti utilizzando una telecamera incastonata nei suoi occhiali. Ma chi registra le conversazioni con il partner o lo filma di nascosto commette reato?
Il nostro codice penale condanna le cosiddette “interferenze illecite nella vita privata”; è punibile chiunque fotografi o registri le persone nel proprio habitat domestico perché infrange la privacy altrui.
O meglio, è lecito registrare una conversazione di cui si è parte anche se il compagno non ne sia consapevole, mentre nascondere un registratore per intercettare una conversazione tra il partner e altri soggetti è reato, indipendentemente dai motivi per cui si agisce.
Nel 2023, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un padre che aveva nascosto una microspia nella casa familiare per registrare, in sua assenza, i dialoghi tra la compagna e il figlio e dimostrare così in giudizio che lei manipolava il bambino. I giudici sottolineano che è irrilevante la spinta emotiva che ha mosso il padre a commettere il delitto - vale a dire la convinzione che il figlio minore fosse in pericolo per i tentativi della madre di allontanarlo da lui -, poiché ciò che conta per la sussistenza del reato è la volontà di procurarsi indebitamente immagini inerenti la privacy degli altri.
Lo stesso discorso vale per le registrazioni video: si possono filmare eventi di cui si è partecipi, ma non si possono filmare situazioni che coinvolgono solo terze persone, anche se si verificano all’interno della propria casa.
Per questo motivo, nel 2018, i giudici hanno condannato un marito che aveva filmato la propria moglie nuda nel bagno di casa, senza che la donna «volesse condividere con l'imputato i descritti momenti di intimità». Al contrario, nel 2007, è stato assolto un uomo che aveva filmato i propri rapporti intimi con la compagna, in quanto detti rapporti riguardavano “anche la sua persona nell'ambiente ad entrambi riservato”.
 
Quindi, il discrimine tra interferenza lecita e illecita non è dato dalla natura del momento di riservatezza violato, bensì dalla circostanza che chi “capta” quel momento lo abbia o meno condiviso.
 
Simili comportamenti possono costituire anche reati più gravi, come il reato di revenge porn, introdotto dalla legge sul Codice rosso del 2019; la legge incrimina chiunque diffonda immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona interessata.
 
E invece, si possono leggere i messaggi sul cellulare del proprio partner? Il coniuge che legge le conversazioni WhatsApp o le mail dell’altro senza il suo consenso commette reato. Infatti, anche se si vive insieme, ogni dispositivo protetto da password o PIN (come i cellulari e i computer) è considerato un sistema informatico personale e come tale non può essere utilizzato o consultato liberamente dall’altro partner. Tale infrazione è punita dall’art. 615-ter c.p. con la pena della reclusione fino a tre anni.
 
E utilizzare strumenti di geolocalizzazione per monitorare gli spostamenti del proprio partner? è permesso? Neanche questo è consentito. Infatti, installare di nascosto un’applicazione di tracciamento sul cellulare del proprio compagno o un GPS nella sua auto è una violazione del diritto alla riservatezza. Ma può anche essere un vero e proprio atto persecutorio che, se ripetuto, diventa stalking, reato severamente punito dalla legge.
 
In conclusione, la legge protegge il diritto alla privacy - che è un diritto costituzionale - anche all’interno della coppia.
 
Spesso tendiamo a giustificare queste azioni perché mossi dalla gelosia o lacerati dal sospetto di un’infedeltà, ma bisogna essere consapevoli che possono avere conseguenze legali anche gravi.
 
La lezione è chiara: la nostra privacy non viene meno neppure in un contesto di intimità e condivisione come quello della convivenza.